Idee per una salute a misura di cittadino
Qualche giorno fa, il Sindaco di Milano, Sala, ha presentato la lista “Milano in salute” in supporto alla sua candidatura alle elezioni di autunno.
E’ una lista, a detta del Sindaco, nata non con intenti polemici nei confronti della Regione, ma con l’obiettivo di dare un contributo “per riformare in chiave territoriale la sanità. “
Al di là del progetto politico che mi pare estremamente importante tanto più in una città come Milano dove forte è la concentrazione e la presenza sanitaria, questa iniziativa mi da l’opportunità di socializzare alcune riflessioni anche frutto del mio osservatorio privilegiato di Assessore ai Servizi Sociali.
Questo senza nascondere il fatto che le Amministrazioni Locali non hanno particolari competenze in materia sanitaria che rimangono tutte in capo alla Regione, né cadendo nella facile polemica rispetto al modello lombardo, il quale, ha mostrato crepe e limiti evidenti, soprattutto, nel periodo caratterizzato dalla pandemia. Vorrei, quindi, provare a mettere al centro di un possibile dibattito alcuni elementi che, anche come Amministrazione di centrosinistra, potrebbero costituire stimolo per un confronto di idee che deve essere comunque pubblico e propositivo partendo dalla assunzione che l’attuale emergenza sanitaria sollecita l’adozione di nuove policy in grado di affrontare, sia il rilancio dei servizi socio-sanitari territoriali, sia la necessaria, non rinviabile, maggior efficienza nella gestione dei processi di integrazione ospedale – medicina territoriale oltre al principio, a mio parere inderogabile, che la salute è un bene pubblico.
A questi presupposti si deve aggiungere, inoltre, che siamo alla vigilia di forti possibili investimenti frutto del Recovery Plan i quali potrebbero essere messi a disposizione a livello locale anche nel comparto sanitario.
Dunque, quali aspetti possono diventare oggetto di dibattito sulla linea sanità territorio Amministrazione Comunale cittadino paziente?
Provo a riassumerli senza indicarne le priorità. Un nuovo rapporto e il riequilibrio tra ospedale e territorio, l’offerta di servizi e strutture a carattere socio-assistenziale, il ripensamento dei ruoli professionali inteso come sperimentazione sia di nuove forme associative e assistenziali orientate in questo modo alla integrazione sociosanitaria ed in ultima istanza l’applicazione di nuovi supporti tecnologici.
Insomma, per brevità, come si possono tradurre queste affermazioni di principio?
Proverei così. Spostando l’attenzione sul territorio quale soggetto attivo in grado di intercettare il bisogno per farsi carico delle necessità sanitarie e socio-assistenziali del cittadino paziente, l’istituzionalizzazione di una rete di figure che si occupino principalmente delle attività integrative e sussidiarie in modo da assicurare una valorizzazione dei servizi alla persona anche di concerto con il terzo settore, investimenti sulla digitalizzazione e telemedicina sapendone i limiti.
Proposto in altro modo potremmo tradurle in azioni che determinano il diverso rapporto ospedale territorio, una continuità diversa per ciò che riguarda il percorso di dimissioni dopo l’ospedalizzazione, l’ipotesi di Case della Salute o della loro evoluzione, la valorizzazione del medico di famiglia, il coinvolgimento di figure diverse rispetto ai medici in relazione alla necessità di dar vita ad una rete capace di assicurare i servizi alla persona e la tenuta della continuità assistenziale sul territorio a salvaguardia dei soggetti più fragili, la presenza di figure come quella dell’infermiere di famiglia e di comunità e così via.
Insomma, io credo che la sfida nelle prossime elezioni amministrative passi anche da contenuti come questi, contenuti che riguardano un bene pubblico, la salute e che devono vedere anche il Comune impegnato nel definire con forza temi che possono essere messi all’attenzione dell’agenda regionale.
Il centrosinistra e in particolare il PD hanno la cultura politica amministrativa capace di far si che il Pubblico possa essere “sollecitatore di responsabilità” e realizzatore di “Patti territoriali per il benessere” mettendo intorno ad un tavolo tutti gli attori locali perchè il nostro welfare sia rinnovato e sempre più vicino ai bisogni delle persone.
Roberto Molinari
Assessore ai Servizi Sociali
Comune di Varese.
(pubblicato dal quotidiano “La Prealpina” del 23 maggio 2021 )