IL REALISMO, LE FANTASIE
Le elezioni amministrative di Varese sono state vinte dal centrosinistra che ha eletto Davide Galimberti alla carica di sindaco. Il suo bis conferma che, nel 2016, quanto accadde non era né un colpo di fortuna né una parentesi al lungo dominio leghista iniziato nel 1992.
Questa affermazione che può sembrare un tantino ovvia fa, invece, a mio parere giustizia di una vulgata alimentata ad arte in questi primi cinque anni di Amministrazione Galimberti da parte di una opposizione sotto shock e con scarsi argomenti.
Il fatto di non aver compreso appieno la vicenda del 2016, di non aver saputo leggere l’attività amministrativa di questo quinquennio e di non aver capito la forza tranquilla, ma pragmatica dell’alleanza costruita intorno a Galimberti spiega le ragioni della sconfitta della Lega in questa tornata.
Provo a riassumere quelli che secondo me sono le ragioni della vittoria di Galimberti e le ragioni della sconfitta di Bianchi. Premetto che non voglio in questo breve contributo riflettere su astensione, flussi e dati più o meno significativi. Ad altro momento una analisi puntuale.
Nel 2016 Galimberti interpretò al meglio la voglia dei varesini di cambiare e di farla finita con l’inconcludenza che durava da troppo tempo e con l’incapacità delle amministrazioni di risolvere i problemi della città.
Non solo. Galimberti interpretò la voglia di cambiamento, ma anche il sentimento diffuso nei ceti produttivi e non parassitari della città di porre fine alla rendita di posizione, sia pure infruttuosa, che il centrodestra aveva continuato a perpetuare nell’arco di oltre due decenni di governo cittadino.
Secondo elemento. Nel corso del primo mandato di Galimberti, al di là dei giudizi di merito su alcune decisioni che, ovviamente, possono essere non condivise, tutti, ma proprio tutti, hanno riconosciuto al Sindaco e alla sua Giunta un attivismo e una capacità propositiva mai visti nelle giunte leghiste. Attivismo e capacità propositiva che hanno portato poi al famoso slogan del “100 a zero!” intendendo con questo i 100 milioni di euro recuperati tramite bandi, statali e regionali, dall’Amministrazione Galimberti rispetto allo “0” delle gestioni precedenti.
Terzo elemento. Il pur moderato Bianchi è stato sconfitto non perché la sua indicazione sia arrivata tardi, ma perché è stata sbagliata la campagna elettorale e perché si è circondato di consiglieri con scarsa capacità di conoscenza di Varese, di quello che si era fatto in questi cinque anni da un punto di vista amministrativo, e privi del sapiente ascolto della Varese dei suoi abitanti più sinceri e meno legati all’apparato leghista.
Insomma, a me pare che la Lega abbia impostato una campagna elettorale su una non reale rappresentazione di Varese e dell’azione amministrativa di Galimberti, ciò che sembrava trasformare la città capoluogo in una sorta di terra di nessuno oggetto di scorribande d’ogni tipo.
È davanti agli occhi dei cittadini quanto questa immagine sia apparsa artefatta e solo frutto della propaganda. Di qui il passo breve all’errore peggiore. Affidarsi a chi leggeva la città con lo sguardo ideologico della propaganda, auto-illudendosi che questa fosse la città vera e non capendo che, viceversa, non solo si trattava d’una convinzione frutto dell’incapacità di fare opposizione in consiglio comunale; ma anche, fatto ben più grave, d’una convinzione nata dalla chiacchiera di circoli ristretti di amicizie e di interessi privi ormai di riferimenti reali nella città viva e nel suo corpo più reattivo.
A fronte di tali errori di valutazione, si possono aggiungere ancora elementi che hanno inciso in negativo. Il tentativo da parte di Salvini di politicizzare la competizione con il suo armamentario ormai desueto e logoro che si ripete in ogni città in cui va e per questo reso noioso per qualsiasi uditore non schierato a priori; ma soprattutto i suoi continui passaggi a Varese e la messa in campo di tutta “l’artiglieria pesante” leghista. Presidente della Regione, assessori regionali, ministri, consiglieri regionali e così via, il tutto in uno spettacolo deprimente di come le istituzioni in mano agli uomini del Capitano siano piegate alla propaganda e nello stesso tempo utilizzate per condizionare le amministrazioni locali di diverso colore, come ha ben denunciato il consigliere del PD Samuele Astuti. Ma di quest’argomento scriveremo più avanti.
Roberto Molinari, Direzione provinciale PD Varese
( pubblicato il 22 ottobre 2021 su www.rmfonline.it)