Angelo Monti ed il sociale
Angelo Monti a cui mi ha legato una vera amicizia, pur nella differenza di età, negli ultimi quattro decenni è stato un grande. E’ stato un grande come cattolico impegnato. E’ stato un grande come consigliere comunale della D.C. E’ stato un grande come “Monello della Motta”, come organizzatore di feste ed eventi a carattere religioso o civile. E’ stato un grande nella capacità di testimoniare il suo amore per Varese, per il suo senso civico e per la grande attenzione che ha sempre saputo dimostrare per l’altro, per le persone che incontrava, che conosceva o che non conosceva e che avevano bisogno di un aiuto.
Angelo Monti è stato un uomo di straordinaria generosità dove la generosità, per lui, non era solo spirito di sacrificio per perseguire i valori in cui credeva e vi credeva fermamente, ma anche per la sua capacità di saper coniugare l’attenzione alla concretezza.
Io so, perché conosco i fatti che, Angelo Monti, è stato generoso con molte persone che sono state in difficoltà. E lo ha fatto con pieno spirito di generosità rasentando talvolta anche l’ingenuità perché Angelo Monti era anche questo. Era un puro, un semplice anche se di grande cultura e profondo conoscitore dell’amatissimo latino e dei classici. Quel latino che non ci ha mai fatto “mancare” in nessuna occasione e lo ha sempre fatto in modo simpatico ed allegro con la sua voce tonante e limpida.
Non oso ricordare, per non fare un torto a nessuno, le diverse associazioni che lo hanno visto aderente, animatore, sostenitore e protagonista.
Angelo Monti era mosso da un “fuoco” se mi si può passare il paragone, un fuoco che lo faceva aderire con gioia a qualsiasi iniziativa che potesse essere per la“sua” Varese, per un ricordo del passato storico della città o di un protagonista dimenticato dai nostri concittadini.
Don Vittorione, il Card. Nicora, il Sindaco Ossola, Mons. Manfredini, suo padre, fondatore del PPI di don Sturzo a Varese. Questi erano alcuni dei personaggi di cui gli ho sentito citare le lodi, le loro storie che lui conosceva e con cui aveva condiviso un pezzo della sua lunga vita. E le storie che raccontava erano intrecciate alla storia di Varese o alla sua storia personale e le raccontava, non per vanto o per vezzo, ma per condividere, per socializzare quei fatti, quegli eventi che per lui erano stati importanti, ma che meritavano di essere riconosciuti e condivisi.
Se posso permettermi di dare una sorta di immagine di Angelo Monti a me viene in mente di ricordarlo come una “anima sociale” in continuo movimento. Un movimento quasi perenne non alla ricerca di uno sbagliato senso di protagonismo narcisista, ma un “anima sociale” alla ricerca del modo migliore per testimoniare quella Varese a cui sentiva di appartenere anche se del secolo scorso, di un secolo che lui ha attraversato, sapendo cogliere il meglio dei suoi tempi, distinto, ma non separato tra la Chiesa amatissima, la fede granitica, ma semplice e l’impegno tutto tondo tra la politica, il civismo e il sociale.
Roberto Molinari
Assessore ai Servizi Sociali
Comune di Varese
pubblicato il 16 gennaio 2024 in occasione della festività di San Antonio sul fascicolo dei Monelli della Motta